Il GDPR non è solo un obbligo. Per le agenzie immobiliari italiane è diventato un nodo cruciale tra legalità, reputazione e sviluppo commerciale. La recente ondata di sanzioni comminate dal Garante Privacy ha messo in luce un tema ancora poco compreso: il trattamento dei dati personali è responsabilità diretta degli agenti immobiliari, anche quando ci si affida a terze parti.
Nel corso del Talk Immobiliare – Speciale Privacy & GDPR, tre esperti hanno messo nero su bianco cosa fare (e cosa evitare) per gestire i dati in modo corretto:
Avv. Nadia de Franceschi – Cassazionista e DPO
Alessandro Francesconi – Senior Partner in Intelligo
Federico Soraci – CEO di Realmaps
🎙 In questo articolo troverai i punti chiave emersi dalla discussione.
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Il nuovo scenario: sanzioni, controlli e mito della manleva
Nel 2024 il settore immobiliare è stato scosso da diverse sanzioni inflitte dal Garante Privacy a carico di agenzie immobiliari che operavano attività di marketing non conformi: uso scorretto dei dati, mancanza di consensi, contatti senza informativa.
Tra i casi simbolo: una sanzione da 40.000 € su un’agenzia con fatturato annuo di poco superiore a 100.000 €. Il motivo? Non aver verificato che i numeri contattati non fossero iscritti al Registro delle Opposizioni.
Il messaggio del Garante è stato chiaro:
❌ Non è più ammissibile “scaricare” la responsabilità sul fornitore.
✅ Se tratti un dato, sei titolare e quindi responsabile.
🚫 Il mito della manleva
Alcuni agenti immobiliari ritengono di potersi “tutelare” con dichiarazioni di manleva fornite dai fornitori di dati. Ma il principio è semplice:
Se usi un dato per contattare una persona, sei responsabile del trattamento, manleva o no.
Agente immobiliare = titolare del trattamento
La confusione è diffusa. Molti agenti immobiliari non si rendono conto di essere legalmente considerati titolari del trattamento dei dati. Ma lo sono.
Che tu gestisca un piccolo ufficio o sia affiliato a un grande brand, se prendi un contatto da Realmaps o da un portale e lo usi per chiamare una persona, stai trattando un dato.
E quindi:
Devi fornire un’informativa chiara.
Devi raccogliere un consenso valido e documentato.
Devi rispettare le tempistiche e le finalità dichiarate.
Devi poter dimostrare tutto in caso di controllo.
Il consenso valido: come ottenerlo (e conservarlo)
Uno degli errori più frequenti è dare per scontato che il consenso ci sia.
“Se il cliente mi ha scritto, vuol dire che è d’accordo”, si pensa.
Sbagliato!
Per essere valido, il consenso deve essere:
✅ Esplicito
✅ Libero (senza coercizione o obblighi nascosti)
✅ Informato (l’utente deve sapere cosa ci fai con i suoi dati)
✅ Documentabile (in caso di ispezione, serve la prova)
💡 Anche una semplice telefonata promozionale richiede il consenso dell’interessato.
Senza, rischi una sanzione amministrativa, un blocco del trattamento o una denuncia civile.
📋 Una buona prassi è usare moduli chiari, digitali o cartacei, che conservino il tracciamento (es. firma, timestamp, IP).
Molti CRM moderni consentono di automatizzare la raccolta e la conservazione dei consensi.
Privacy by design: da obbligo a vantaggio competitivo
Chi si adegua per primo, vince.
Questo è il messaggio chiave di Alessandro Francesconi:
“Trasformare il GDPR in vantaggio competitivo si può.
Basta strutturarsi: chi lavora in regola si distingue subito da chi improvvisa.”
Esempio concreto? Realmaps, la piattaforma di marketing immobiliare fondata da Federico Soraci, ha vissuto in prima persona una sanzione. Invece di fermarsi, ha rivoluzionato il proprio approccio alla privacy:
Audit periodici
Tracciamento certificato dei consensi
Partner legali qualificati
Formazione continua agli utenti
Oggi, Realmaps non è solo un fornitore: è diventato un partner affidabile nella compliance.
Strumenti e risorse utili per l’adeguamento GDPR
Adeguarsi non significa complicarsi la vita.
Significa organizzarsi e proteggere il proprio lavoro.
Ecco cosa serve:
🔹 Assessment iniziale – Un’analisi interna su come vengono trattati i dati
🔹 Informative personalizzate – Non basta il “modello copia e incolla”
🔹 Registro dei trattamenti – Obbligatorio anche per le PMI
🔹 Controllo dei fornitori – Serve una procedura di verifica (audit, tracciamento)
🔹 CRM con gestione privacy integrata – Semplifica la raccolta e conservazione dei consensi
🔹 Registro delle opposizioni – Da controllare SEMPRE prima di ogni contatto outbound
Formazione, consapevolezza e cultura del dato
C’è un elemento che batte qualsiasi tecnologia: la mentalità.
“Molti agenti non sanno nemmeno che stanno trattando dati”, afferma l’avv. De Franceschi.
Serve un cambio di approccio:
Ogni contatto è un dato personale
Ogni dato personale è un asset aziendale
Ogni asset va protetto e valorizzato
Chi sviluppa una cultura del dato lavora meglio, si differenzia e cresce più velocemente. E se un giorno decidi di vendere la tua agenzia o aprirne una nuova, un database trattato correttamente sarà la tua vera ricchezza.
Conclusione: il futuro è legale, strutturato e consapevole
Il GDPR può sembrare un ostacolo. In realtà è una mappa del tesoro per chi vuole costruire un’agenzia immobiliare moderna, affidabile e duratura.
Chi lavora in regola oggi:
Evita rischi legali e reputazionali
Costruisce relazioni di fiducia
Aumenta la qualità del proprio database
È più libero di crescere e cambiare direzione domani
🔔 Il consiglio finale?
📍 Non aspettare la multa. Forma il tuo team, rivedi le tue procedure, e chiedi il supporto di un professionista.
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📌 FAQ – Dati personali, GDPR e agenti immobiliari
Sì. Il Regolamento Europeo si applica a chiunque tratti dati personali, anche liberi professionisti o agenzie con un solo collaboratore. Gli obblighi valgono per tutti: informativa, consenso, tracciamento e sicurezza dei dati.
No. Anche se i dati sono “pubblici”, non significa che siano utilizzabili a fini di marketing. Serve sempre un consenso valido e documentato, e devi verificare che il contatto non sia iscritto al Registro delle Opposizioni.
Non sempre. Se gestisci direttamente i dati (anche solo rispondendo a richieste o inviando email), sei titolare del trattamento e legalmente responsabile. Il brand può supportarti, ma non sollevarti dalla responsabilità.
Il suono del campanello non è illecito in sé, ma se raccogli informazioni da terzi e le usi senza consenso per contattare altri, stai trattando dati in modo non conforme. Quindi sì, può esserci una violazione del GDPR.
Prima di tutto verifica che il numero non sia iscritto al Registro delle Opposizioni. Poi accertati che il dato sia stato acquisito con consenso esplicito per finalità di marketing. Se mancano queste condizioni, non puoi procedere legalmente.