Web 2.0! Ha decretato la morte della Prima RE Pubblica.
Da quando il real estate italico si è aperto al canale web 2.0 in maniera autodidatta ed inconsapevole ha generato disastri, falsi miti, false speranze e portato a galla la cruda realtà:
il real estate italiano virtuale (o il settore immobiliare italiano per non usare inglesismi) E’ MORTO! Elettroencefalogramma piatto!
Sottolineo “virtuale” perché esiste un mercato REALE che offre grandi soddisfazioni.
E’ morta la Prima RE Pubblica
Forse è giusto che sia accaduto, forse è un bene che sia accaduto, forse abbiamo aspettato troppo per poter migliorare ed evolvere. Sta a noi azzerare tutto e ripartire. Già perché trattasi di morte cerebrale e ora dobbiamo staccare la spina definitivamente.
Il castello di carta implode
L’immagine che mi viene in mente quando penso a ciò che accade sui social, nei gruppi, agli eventi immobiliari dal vivo è quella di un castello creato con le carte da gioco (da bambino mi divertivo un casino).
Poggiando le carte una con l’altra, poi una sull’altra si dava “forza” ad una fragile struttura che stupisce chi guarda, ma che un alito di vento si porta via.
Bene! Per chi è seduto alla stesso tavolo ma ad un posto diverso, ovviamente avrà punti di vista e di osservazione diversi. Io osservo cose da anni che molti altri non possono osservare perché sono di spalle, e viceversa. Ma la mia visuale è veramente fastidiosa e nauseabonda! Ma anche ciò che mi raccontate voi dai vostri posti non è bellissimo.
C’è una realtà apparente del “volemose bene” ed una realtà concreta fatta di pettegolezzi, chiacchericcio, dove tutti si (s)parlano alle spalle e si etichettano a vicenda. “Si accoltellano alle spalle” ma poi tutti a farsi da spalla come i castelli di carta per “resistere”, per “autoreferenziarsi” e referenziarsi a vicenda per sembrare più grandi e forti là fuori. Già perché “il mondo non è com’è, ma come lo si percepisce”… e quindi facciamolo percepire come ci pare e come ci fa comodo.
Il mondo non è com’è, ma come lo si percepisce
Questo lo sanno bene gli attori della Prima RE Pubblica (il finto Real Estate OnLine), ma non hanno compreso un piccolo aspetto:
Il web è trasparenza!
Penso sia arrivato il momento per tutti gli attori protagonisti (e parlo degli agenti immobiliari) di acquisire maggiore consapevolezza individuale per ambire ad una qualificazione professionale che li porti da gregari o spettatori passivi ad attori protagonisti. Perché la Prima RE Pubblica è morta.
Voltiamo pagina. Stacchiamo la spina!
“Erase and rewind” è il titolo di una canzone che mi viene in mente.
Come è morta? Quando? Perchè?
19 maggio 2017 a mio avviso è la data simbolica. Durante ed a seguito dell’evento IdeaRE 2017.
E’ morta la voglia di un’unica associazione di rappresentanza della categoria per un maggior potere in grado di fare “lobby”. Una domanda che viene dal basso, da tanti, da molti, forse dalla maggioranza degli agenti immobiliari. Ma “c’è chi dice no” (grande Vasco Rossi!) perché nelle diversità si riesce ad avere maggiore forza nelle battaglie comuni.
Forse, può essere. Ma quale potenza di fuoco è stata espressa negli ultimi 40 anni?
Il privato dalla nascita delle associazioni ad oggi non sa nulla del VALORE di un agente immobiliare e della sua utilità in una delle operazioni più complesse che ci siano: una transazione immobiliare che indebita una famiglia anche per 30 anni.
E poi si chiede a Carlo Giordano (AD di Immobiliare.it) di diffondere il verbo…
“Per cambiare bisogna partecipare alla vita associativa”.
Poi chi partecipa attivamene per cambiare dall’interno dice che non c’è nulla da fare, certi equilibri non si rompono… insomma mettetevi d’accordo. Ma forse se si vuol cambiare bisogna si essere attivi, ma nel creare qualcosa di diverso. Staccare la spina.
E’ morto il ruolo delle associazioni di categoria nel comprendere perché i clienti degli agenti immobiliari non hanno stima della categoria. Sono un costo per l’utente finale non una risorsa.
E’ stato sufficiente che nel mese di marzo 2 “normali” agenti immobiliari (Alessandro Casabianca e Sara Panetti) si siano posti il quesito e con la gentile collaborazione di Immobiliare.it è stato fatto un sondaggio al quale hanno partecipato oltre 20.000 persone. Dato già di per sé sensazionale che è indice di quanto l’utente finale desideri avere voce in capitolo e far percepire messaggi utili e importanti ad una professionalità che in qualche modo si sentono costretti a subire. Oggi, nel 2017, abbiamo la misura di questo disagio. Questa misura dopo anni è stata fornita perché ce n’era il bisogno ma mai nessuno si è adoperato per ottenerla. Oggi si può e senza “santi in paradiso”.
QUESTO NON E’ IL SEGNO CHE QUALCOSA E’ CAMBIATO.
E’ SEGNO CHE IL VECCHIO E’ MORTO!
Non nascondo, per me che ero presente a quell’evento, un certo senso di vergogna nel vedere alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria andarsene durante l’esposizione dei dati di questo sondaggio. Segno della distanza siderale fra base e vertici. Qualcuno dalle “retrovie” suggeriva: “dategli il loro spazio a fine evento la prossima volta. Magari ci ascoltano.”
E se facessimo un sondaggio in tal senso?
Cosa pensano gli agenti immobiliari delle loro associazioni?
Edwards Deming diceva “senza numeri sei solo un’altra persona con delle opinioni”. Allora forza con i numeri!
Vitoooo! (alias Vitantonio Spinelli, il più attivo fautore di un’unica associazione rappresentativa)
Che ne dici? Lo facciamo un sondaggio sul sentiment degli agenti immobiliari sulle associazioni degli agenti immobiliari? Perché senza numeri siete solo persone con delle opinioni. Ma con i numeri, diventate persone con potere decisionale.
Forse servirà a rinnovare il ruolo delle associazioni che, LO VOGLIO SCOLPIRE A FUOCO per evitare fraintendimenti, RITENGO CHE SIANO FONDAMENTALI E CHE RICOPRANO UN RUOLO IMPORTANTISSIMO!
E’ morto l’agente immobiliare che vuole continuare a lavorare come ieri e che chiede a Carlo Giordano (AD di Immobiliare.it) di fare loro pubblicità nei suoi spot. Mi suona di resa incondizionata, di incapacità nel proporre/affermare il proprio valore. Il 2006 è passato da 11 anni e si vuol continuare a lavorare come allora.
E’ morto l’attuale modello di business delle attuali agenzie immobiliari incapaci di modificare il loro approccio al mercato chiedendo a Immobiliare.it di abbassare i canoni come soluzione ai loro problemi.
E’ morta la comunicazione sul web atta a generare consenso puntando sulle paure (Banche nell’immobiliare? Disintermediazione?) per generare consenso e non per comprendere come competere.
Su questo aspetto è stata illuminante la posizione di Roberto Barbato durante l’evento IdeaRE. Non ci sono nemici, ma un mercato che chiede risposte. Il mercato è più veloce delle leggi. Vedi il caso Uber e Taxi. La trasparenza spaventa.
(Il web è trasparenza).
Ma sparito Uber (se mai accadrà) non si cancellerà la voglia di efficienza e trasparenza dell’utente.
E’ morto il sottobosco da Prima RE Pubblica
Il famoso castello di carte da gioco. Quello che si è nutrito di consensi vendendo sogni ed ora vuol vendere “solide certezze”.
E Aggregator? E Retica? KAPUT!
Quindi? Vai con le solide certezze:
Come Riciclarsi Sempre
E’ morto il social web da ambiente per creare reputazione e NON PER VENDERE ad un ambiente per VENDERE (o provarci) con una REUNION! Roba da webbete…
Ma avete mai visto una Reunion a pagamento?
Ragazzi, domani organizzo una Renunion con gli amici di scuola. Ho trovato lo sponsor. Poi pagate 297 € a testa e 197 € per chi mi faceva copiare. E’ bello ritrovarsi. E’ la nostra festa! Grazie per essere venuti.
Sia chiaro! Non contesto l’attività di proporre percorsi formativi. E’ vero, sono importanti. Alcuni della squadra li considero veramente preparati ed importanti. Contesto il modo. E contesto il tirare in ballo altri per vendere se stessi. Forse è questo il motivo che mi ha fatto bruciare il fuoco dentro e voler scrivere questi miei pensieri.
E’ morto il buon senso. Dove per promuovere un evento con obiettivo legittimo il “fatturato” (sponsor + biglietto di ingresso) si accusino altri gruppi di fare pubblicità al solo fine di usare il proprio gruppo per fare pubblicità ad un evento a scopo di lucro vestito da “reunion”. Scusate il gioco di parole.
E’ bene ricordare che la pubblicità è sempre stata fatta nel gruppo in questione con la particolarità che era (ed è) ad uso e consumo esclusivo. Non è un male, attenzione! Basta essere chiari e trasparenti.
(Ricordi? Il web è trasparenza… e non perdona)
E’ morta la riconoscenza. Persone che hanno mangiato nel piatto della della visibilità che ora sputano nello stesso piatto. Quando si dice che la classe non è acqua!
Questo si legge sulla pagina promozionale dell’evento…
Ogni riferimento ad IdeaRE, che mi piace sottolineare come evento più bello del settore degli ultimi 9 anni a cui abbia mai partecipato, è puramente CAUSALE.
Staccate la spina! Siete voi a decidere.
Ricordatevi che questa non è come la politica italiana anche se i modelli sono fedelmente replicati.
Qui potete spegnere tutto. Basta poco.
E’ sufficiente staccare la spina!
Oppure vai di porchette, karaoke e Masterchef…